Andreas, Renate & Kurt

La famiglia Gruber, o come ci piace chiamarli: il team "Sunnfolt" vive e lavora a Kortsch, in Val Venosta. Tre persone, nel loro genere differenti ma genuine, hanno iniziato a ridisegnare i loro terreni agricoli pezzo per pezzo. Verso una maggiore biodiversità e allontanandosi sempre più dalla crescente pressione commerciale nella produzione biologica di mele.

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Quando le piante di lattuga crescono tra gli alberi di mele

Settembre 9, 2022 – testo: Meike Hollnaicher, toto: Thomas Schäfer, tradotto da Alessandra Telch

I ripidi pendii del "Sunnenberg", in Val Venosta, sono già stati da qualche tempo domati dalle terrazze e intervallati da filari di mele, che oggi dominano il paesaggio di tutta la valle. Su uno di questi ripidi pendii, tuttavia, un letto di carote si snoda tra i meli: è qui che lavora la famiglia Gruber, o, come ci piace chiamarlo, il team "Sunnfolt".

Tre persone, molto diverse tra loro ma accomunate da un temperamento gentile, hanno dato inizio alla trasformazione del loro terreno agricolo, portandola avanti giorno per giorno. L’obiettivo è una sempre maggiore diversità e allontanamento dalla crescente pressione per la qualità nel mondo della mela biologica.


Tre persone, due generazioni e una visione comune

Del team „Sunnfolt” fanno parte Renate e Kurt, il figlio Andreas e marginalmente anche il fratello, esperto di comunicazione e creatore del nome “Sunnfolt – Vielfat am Sunnenberg”. Sin dalla conversione dalla melicoltura convenzionale nel 2018, "Biohof Gruber" è sinonimo di mele non trattate e biologiche - ma ora, tutto sta per cambiare.

Renate proviene da un maso di montagna, ha una passione per gli insetti utili che si aggirano nel frutteto e che sono indispensabili per il lavoro del team. Tra le molte attività che gestisce, c’è anche la lavorazione dei prodotti, e, soprattutto, è una grande motivatrice per tutta la famiglia, grazie al suo carattere solare. Ha sostenuto con forza la conversione della fattoria all’agricoltura biologica e ora non si tira indietro di fronte al cambiamento in atto. “Saremmo perduti senza di lei", dice con un sorriso orgoglioso Kurt, che l’ha conosciuta e si è innamorato di lei 30 anni fa.

La sfida del marketing diretto: motivazione e perplessità

Ma dove portare tutti questi prodotti? I tre hanno scelto il marketing diretto come canale di distribuzione, che non è il modo più semplice - in campagna, la maggior parte delle persone che apprezzano il cibo sano sembrano avere un proprio orto. Per affrontare questa sfida sono necessarie soluzioni alternative in vari settori: nella ristorazione, negli asili, nei refettori e nelle case private. C’è bisogno di un cambiamento e di una maggiore flessibilità per lavorare con i produttori locali.

Per chi ha conferito ad un consorzio per tutta la vita, è un grande sforzo acquisire abbastanza consapevolezza di sé stessi per allocare autonomamente i propri prodotti. Ma con il tempo il marketing diretto insegna anche questo: ad avere fiducia in sé stessi e nella qualità dei propri prodotti e a farsi valere.

Il marketing diretto porta con sé due cose: incoraggiamento e motivazione, oppure smarrimento. Spesso un prezzo equo viene etichettato come troppo alto, oppure vengono scartate varietà con colori e forme particolari, pur se coltivate con passione. Ci si deve spingere a ribaltare il noto proverbio: "Quello che il cliente non conosce, non lo mangia".

Nella diversità sta la forza

Il team "Sunnfolt" coltiva 1,6 ettari suddivisi in 7 appezzamenti di diverse dimensioni, il più lontano situato a 9 km di distanza. In questo non vedono però soltanto uno svantaggio logistico: gli eventi meteorologici estremi non sono uguali dappertutto, e questa lontananza fa sì che non tutto il raccolto ne risenta. I campi sono diversificati tra castagneti, frutteti e prati, che ora vengono utilizzati per la coltivazione di ortaggi e seminativi. L'orto, che quest'anno festeggia la sua prima stagione, è già in pieno splendore. Le sette file di meli che hanno lasciato il posto all’orto sono ora legna da ardere e compost. Kiwi, cachi, papavero, cereali, erbe, verdure, patate… queste sono le idee per il futuro.

Renate, Kurt e Andreas sono quindi sul loro cammino verso un chiaro obiettivo: promuovere sempre maggiore biodiversità nei loro terreni al "Sunnenberg" e rafforzare la commercializzazione diretta, guidati dalla convinzione, su cui tutta la squadra concorda, che quello che conta davvero è la gioia di sedersi alla sera e godersi la vista del campo colorato.

Ciò che conta davvero


Spesso si vedono Kurt e il figlio Andreas lavorare fianco a fianco e viaggiare insieme. Pur se appartengono a due generazioni diverse, hanno infatti 28 anni di differenza, condividono la stessa visione - una rarità! In tempi diversi, hanno frequentato la stessa scuola agraria, dove hanno appreso i metodi della frutticoltura intensiva. Tuttavia, Andreas ha sempre desiderato una maggiore diversità. Già da bambino rivendicava per sé una parte dell'orto di casa, dove piantava e raccoglieva i frutti del suo “caos” colorato. Per un certo periodo ha lavorato anche come giardiniere. "Il suolo è la cosa più preziosa che abbiamo. Deve essere finalmente protetto", dice Andreas, guardando i meli pacciamati con lana di pecora, sopravvissuti alla grave siccità dell'estate 2022 grazie al ricorso ai metodi della permacultura.

Kurt ha affrontato molti cambiamenti nella sua vita, ma sentiva una sempre più forte pressione nel suo lavoro quotidiano, data dalla corsa alla “qualità” nella coltivazione delle mele. Una mela non può avere un difetto, una macchia, altrimenti perde il suo valore. Che impatto ha per un produttore, che il frutto del suo lavoro, dal sapore perfetto, possa perdere il suo valore da un giorno all'altro a causa di eventi meteorologici sempre più estremi? Come ci si sente a dover esporre il proprio corpo a prodotti tossici per l’irrorazione? Per molti, questo fa ancora parte della vita quotidiana. Per Kurt è un ricordo del passato.Ha colto gli impulsi del figlio e accettato di intraprendere la strada verso un ulteriore cambiamento, anzi, lo sta promuovendo attivamente. L’anno scorso ha visitato con il figlio Andreas una decina di aziende orticole sparse in tutto l'Alto Adige; il team Sunnfolt non ha mancato un singolo evento di Farmfluencer! Così facendo, Kurt si distingue rispetto alla generazione precedente, quella dei suoi genitori, che ancora oggi mostra scarsa comprensione verso la scelta della gestione biologica dei terreni agricoli. E non è il solo a farlo. Molti percepiscono questo conflitto, ma pochi ne parlano, perché è sempre doloroso. Il suo meleto ha sempre avuto un aspetto diverso dalla norma - un piccolo stagno, l'erba alta come habitat per gli insetti utili. “C’è in gioco la possibilità per le generazioni future di vivere ancora qui: proviamoci!".